Social Media Per Aziende

La recensione negativa – ma negativa per chi?


Per chi
    • parla un minimo di inglese
    • ha bisogno di ricordarsi che le recensioni negative vanno lette a sangue freddo

Anzitutto mi scuso

Noi ci vantiamo moltissimo di avere un sito che parla di social dedicato a social media manager italiani, che lavorano presso strutture piazzate nella realtà italiana, in Italia, tutto in italiano. Non possiamo però fare a meno di constatare che è abbastanza difficile parlare dei social media in italiano senza infilare almeno una parola ogni 10 in inglese, ed è praticamente impossibile parlare dei social media nel settore turistico italiano senza citare qualche esempio in inglese. Fatta questa premessa, possiamo procedere!

La recensione

Prendiamone una a caso. Eccola qua.

La dissezione della recensione

La dissezione della recensione

 

A prima vista forse non è bella. Ma prendiamone un pezzettino alla volta, che la cosa diventa più digeribile. E impariamo a leggere la recensione come la leggerebbe un potenziale cliente passando per TripAdvisor. Ad esempio io.

#1 “Last resort only” 

[ultima spiaggia]

Anche se come posto non sarebbe la sua prima scelta, l’esperienza non è stata così negativa da dire “mai più in vita mia”.

#2 “very little available”

[poca disponibilità]

Ed ecco infatti la conferma che la ricerca dell’albergo è stata fatta proprio all’ultimo secondo e quindi l’albergo non è stata una scelta meditata. Nel caso di viaggi non programmati la possibilità di non cadere perfettamente in piedi in una struttura che corrisponde alla tua idea di perfezione, ci sta.

#3 “fantastic street market”

[mercatino locale fantastico]

Che notizia interessante sulla zona locale!

#4 “by the locals”

[dalla gente di zona]

Quindi si tratta di una zona abitata da persone del posto, e forse non una zona turistica. Proprio quello che piace a me.

#5 “very clean” “so old”

[molto pulito, assai vecchio]

Un’osservazione rappresenta un sentiment molto positivo e l’altra uno molto soggettivo! La parola “old” è legata all’età della struttura – quindi un palazzo storico in pietra del 1400 è “old” come lo può essere un palazzo in cemento degli anni 60, decisamente meno bello. Se aggiungo che vedo che la recensione è scritta da un’australiana, sono sicura che abbiamo due concetti di “old” molto diversi.

#6 “cheerful… but struggled to understand English”

[sorridenti… ma in difficoltà a capire l’inglese]

Diciamo che chi parla male l’inglese con un gran sorriso mi sta molto più simpatico di chi lo parla con la puzza sotto al naso. Non vi torna?

#7 “happy catering for their own nationality”

[felici di poter gestire solo i loro connazionali]

Sinceramente una frase del genere per me mette fortemente in dubbio la credibilità del recensore. Nel migliore dei casi lo posso ritenere un commento insensibile, nel peggiore… fate voi!

 

Mi ci è voluto veramente poco per capire che si trattava di una struttura religiosa, nell’angolo sud est di una grande città, in un quartiere vissuto proprio da persone del posto. Il sito fa capire la semplicità della sistemazione (e appunto i prezzi sono molto coerenti con la semplicità). Tutto sommato, se io fossi un cliente potenziale ipotetico che cercasse un posto economico, pulito, non proprio centrale, ma in una zona vivace e vissuta, questa recensione mi convincerebbe che ho trovato quello che voglio.

Io (sempre se fossi un cliente potenziale ipotetico) a questo punto mi informerei meglio su cosa significa “old” dalle foto della struttura facilmente recuperabili in rete. Si fa in 3 secondi.

Non è tutto oro quel che luccica

E non è necessariamente vero tutto quello che racconta una recensione “brutta”. O meglio, ognuno di noi ha un’interpretazione di “brutto” che non necessariamente corrisponde al “brutto” del prossimo. Io con questo esempio non voglio difendere particolarmente l’albergo che ha ricevuto la recensione, ma invece voglio fare capire che una recensione brutta non è necessariamente una brutta recensione. E noi, gli utenti, stiamo diventando veramente bravi a leggere con cautela quello che fondamentalmente è il parere soggettivo di un’altra persona, che non conosciamo, con valori sicuramente diversi dai nostri.

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