Per chi:
-
è affamato di numeri che raccontano
-
non si è mai preoccupato più di tanto da dove arriva il traffico, basta che arrivi
-
ha piacere di capire Google Analytics: cosa racconta bene e cosa racconta un po’ a modo suo
Che cos’è un link abbreviato?
Come sempre partiamo con la solita lezioncina di inglese. Difficilmente si parla di “abbreviatori di link” ma di shortener [sciortna], o link shortener. Ergo nasce subito, almeno presso i nostri uffici virtuali, uno stupendo nuovo verbo italiano, shortare, ma penso proprio che non siamo gli unici ad abusare della lingua italiana in questo caso.
Praticamente si tratta di un’app che shorta l’url completo di un link (long URL) in un url molto più gestibile (pensiamo ai tempi dei tempi quando twitter sottraeva ogni singolo carattere dei long url ai 140 disponibili per scrivere un tweet). Quindi diciamo che inizialmente lo shortener aveva come funzione principale quella di rendere più maneggevoli gli url molto lunghi.
Ma il potere dello short url va molto oltre il solo fatto di essere corto. Vedremo.
Quali sono gli “abbreviatori” di url?
Ce ne sono diversi. Conosciutissimi e molto usati sono:
Qui potete trovare un elenco piuttosto completo dei vari servizi disponibili (anche di quelli nati e già morti, cosa che accade spesso in questo nostro mondo digitale e dinamico). Ovviamente sono tutti leggermente diversi con relativi pregi e difetti, ma per chi sta cominciando a capire la funzione degli shortener, vanno benissimo tutti e 3 i servizi menzionati sopra.
Parliamo di Bit.ly
Quindi senza doversi registrare, gratuitamente, possiamo abbreviare un url. Effettivamente è molto comodo se vogliamo fornire a qualcuno un link esteticamente piacevole.
È meglio:
oppure
Ok, era una domanda palesemente retorica.
Abbreviare senza creare un account
Bit.ly ti permette di usufruire del suo servizio per abbreviare i link senza nessun “impegno” da parte dell’utente, ovvero senza fare nessun tipo di registrazione. In alto a destra sulla home pasta incollare un link e ci pensa bit.ly a crearne uno più carino, e appunto, più corto.
E non solo, su una seconda pagina bit.ly si ricorda pure i link che hai abbreviato in passato e ti fa vedere una statistica “poco profonda” – ovvero quanti click per ogni link abbreviato.
Ovviamente nei casi in questione non ho messo i link realmente in giro sul web e quindi la statistica rimane a zero (e posso immaginare che chi tifa la Juve oppure è vegetariano sia ben felice di questa mia mancanza).
Prima ho parlato di statistica “poco profonda”, perché basta crearsi una account gratuito e bit.ly ti offre in più la possibilità di aggiungere tag ai tuoi link (abbreviati). E la cosa diventa davvero interessante. Ed ho già in saccoccia un argomento molto interessante per un futuro post. Watch this space.
2 comments for “Abbreviare i link – perché e come? Conosciamo bit.ly. Capitolo 1.”