Per chi
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legge la rubrica del caso da fischi con assiduità, anche sotto l’ombrellone
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impara l’arte e la mette da parte
Uomini per una campagna di assorbenti
Un’idea con le ali? Non proprio. Tant’è che questa trovata della Lines ha fatto parlare di sé un po’ tutto il web.
Da sempre ciclo mestruale e donne sono un binomio inossidabile degli spot dei brands leader di questo settore. Come non ricordare le favolose pubblicità di donne atletiche, saltellanti, pimpanti e di buonumore anche in quei giorni? Da donna posso affermare che quelle povere testimonial lì, le abbiamo odiate un po’ tutte.
E quindi? Il CEO di Lines avrà pensato bene di cambiare genere ed ha lanciato una campagna in cui invitata le donne a votare il loro testimonial preferito. Uomo. Che è un po’ come dire: usiamo Hannibal Lecter per sponsorizzare gli omogenizzati per bambini.
Ovviamente, anni di schiavitù ed odio per quei giorni, ha liberato una cattiveria atavica nelle votanti e i commenti spassosi non si sono certo fatti aspettare.
Questo è un caso favoloso di errata valutazione del target e di conseguente comunicazione catastrofica.
Ricordate: prima di lanciare una campagna pubblicitaria, indagate in maniera sociologica. E al CEO di Lines sarebbe bastato chiedere un parere alla moglie, alla figlia, alla sorella. Persino alla vicina sul tram. E si sarebbe salvato.