Per chi
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tiene alla sicurezza dei propri account social
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pensa di aver preso tutte le precauzioni possibili, ma non si sa mai…
Partiamo da un presupposto: se uno vi vuol rubare l’identità, lo farà, per quante misure difensive possiate prendere. Per una persona normale è praticamente impossibile difendersi da un criminale che lo prende di mira. Questo non è vero solo sui social, ma è una regola generale.
Fortunatamente, a meno che non siate personaggi decisamente importanti, non vi siate fatti acerrimi nemici o non abbiate stalker estremamente affezionati, è difficile che ci sia chi decide di prendere di mira proprio voi. Ma il rischio permane, perché qualcuno, dovendo rubare un profilo, potrebbe optare per il vostro, quindi è essenziale rendergli le cose il più difficili possibile.
Se ci pensate, funziona allo stesso modo offline. Il criminale che ha bisogno di una macchina per i suoi crimini, probabilmente ruberà la più semplice da rubare, meglio se ne trova una senza allarme e magari con le chiavi nel quadro. Già soltanto chiudere la macchina è una forma di protezione.
Per cui, se da una parte non ci possiamo difendere al 100%, possiamo però rendere la vita difficile al criminale di turno.
La password
Curarsi della scelta di una buona password dovrebbe essere scontato, ma meglio fare un breve ripassino. La password deve essere abbastanza complessa, meglio se composta da un mix di maiuscole, minuscole e numeri. Meglio ancora se usate anche qualche carattere speciale (come ad esempio punto, virgola, &, % ecc…).
Sarebbe opportuno anche non usare la stessa password per tutto e cambiarla di tanto in tanto, se non frequentemente.
Suggerimenti alla fonte
Un accorgimento, banale quanto si vuole, ma scommetto che quasi nessuno lo fa, è andare a vedere cosa dice il social su cui avete creato l’account. Ad esempio facebook ha delle ottime linee guida per impostare una protezione di base dell’account.
Seguirle è un ottimo punto di partenza. In particolare fossi in voi cercherei di tenere il primo dei tre suggerimenti di facebook sempre in evidenza.
Se un’offerta ti sembra troppo bella per essere vera, probabilmente è così!
Informazioni sensibili
Il nome del vostro gattino (Fuffy, anzi facciamo Romeo, che Fuffy è il gatto del vicino…) a cui volete tanto bene non è un’informazione sensibile, vero? E il giorno in cui l’avete avuto (diciamo il 4 marzo 2011) nemmeno, giusto? Quindi ne potete parlare tranquillamente su facebook in tutta libertà. Ma, attenzione! Se la vostra password di facebook fosse romeo2011 l’informazione sarebbe assai sensibile, vi pare? Un bravo hacker ci mette qualche millisecondo a fare il collegamento.
Delle due l’una: o usate una password migliore (e ve lo consiglio spassionatamente), o evitate accuratamente di parlare di tutto ciò che è connesso con le password che usate.
E non vi scordate di fare attenzione anche alle famose domande di sicurezza, tipo il cognome di vostra madre da nubile (che compare di sicuro su facebook).
Notifiche degli accessi
Sui social che lo permettono, come ad esempio Google, è possibile impostare notifiche sugli accessi o comunque sugli eventi legati alla sicurezza dell’account (come ad esempio un cambio di password). Vi arriverà qualche email in più, ma vi può permettere di accorgervi tempestivamente di attività anomale sul vostro account e di conseguenza correre altrettanto tempestivamente ai ripari.
Tracciabilità
Con l’avvento di dispositivi mobili e delle nuove tecnologie è possibile far sapere in automatico dove siamo, il che non è esattamente una furbata. Se vivete da soli e siete a 50km di distanza dalla vostra abitazione, un tecno-topo d’appartamento sa di poter agire indisturbato per un tempo sufficiente a svaligiarvi la casa.
E anche se non avete attivato la tracciabilità automatica, vi consiglio comunque di usare qualche precauzione. Ad esempio parlare dei vostri viaggi DOPO averli fatti è decisamente più indicato che far sapere al mondo intero che sarete alle Maldive il prossimo mese (per quanto, coi tempi che corrono, alle Maldive… bah…).
Attenti al link
Attraverso un link ben costruito, un bravo hacker può fare un sacco di cose carine. Carine per lui, intendo. Per voi un po’ meno, in effetti. Per dire, potrebbe semplicemente mandarvi su un sito non di vostro gusto, ma potrebbe anche farvi arrivare un bel virus sul PC, nonché rubare la vostra identità o appropriarsi dei dati del vostro conto corrente.
Stare attenti ai link (e a chi li posta) è una buona prassi. E non è sempre così banale: i link shortati, ovvero quelli che vengono abbreviati grazie ai cosiddetti shortner (come bit.ly, ow.ly, t.co ecc) sono particolarmente apprezzati da chi si è dato alle frodi informatiche perché difficilmente interpretabili.
Come regola generale cliccate sui link sicuri. Se non siete sicuri non cliccate. Se non siete sicuri, ma morite dal desiderio di cliccare, fate un controllo con uno scanner tipo questo.
Tutto è pubblico
Quando mettete qualcosa sui social lo state condividendo potenzialmente con il mondo. Anche se avete impostato la massima privacy del vostro account, ci sono un sacco di motivi per cui comunque non avete la certezza che ciò che condividete rimanga privato per sempre: le regole dei social cambiano, potreste voler modificare livello di protezione in futuro, oppure un vostro amico potrebbe ricondividere qualcosa che voi avete condiviso.
Magari vi siete fatti due risate condividendo la foto della prima sbronza che vi siete presi, salvo poi scoprire che (chissà come) è finita nelle mani del responsabile del personale con cui state facendo un colloquio di lavoro. Ergo, non postate ciò che non vorreste vedere sulla prima pagina di tutti i quotidiani.
Pensavate di aver preso tutte le precauzioni possibili? Lo pensate ancora? Avete altri comportamenti intelligenti da suggerire a tutti i social media addicted?