Per chi
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è un Social Media Coso e sa quanto può essere stressante questo lavoro
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vorrebbe diventare un Social Media Coso ed è giusto che sia consapevole di quanto possa essere stressante questo lavoro
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vuole un po’ di chiarezza sulla netiquette del Social Media Coso
Keep Kalm e sii profesCional
È di qualche tempo fa la reazione del povero Social Media Coso de Il Messaggero che, insultato dal popolo della rete per aver postato una notizia di gossip, ha reagito in questo modo, come dire, piccato sulla pagina facebook del quotidiano stesso.
Oltre ad un umano PAT PAT carico di empatia sulla spalla del malcapitato, perché si sa che lavorare sui social non è certo una roba da stagisti, ma una professione per veri duri dotati di sangue freddo, possiamo utilizzare questo Case Study per trarne un’analisi ed una morale.
Male non fa e magari può aiutarci nel momento in cui vorremmo prendere a testate i commentatori della pagina aziendale che gestiamo.
Analisi del Case Study
#1 Esci dal tuo corpo e diventa l’azienda per cui stai scrivendo
Ok. Lo so che ho ripetuto diverse volte che bisogna essere umani, che è necessario far capire che il brand è fatto di persone e i sentimenti devono diventare la chiave di volta della tua comunicazione. Ma uscirsene con toni velenosi da portinaia svegliata nel cuore della notte, non era esattamente ciò che intendevo. Se scrivi su una pagina per conto terzi non te lo puoi permettere. È giusto rispondere in maniera efficace e moderare le discussioni, ma senza lasciare che la nostra stizza soggettività ci travolga.
#2 Non dare dell’idiota ai tuoi commentatori
È risaputo che non tutti i commentatori brillino di spirito critico e acume, ma questa è la realtà e sui social non interagiscono solo i vincitori dei premi Nobel. Facebook, soprattutto, è il regno del cazzeggio dello svago e non mancano i troll. Prima impari a gestirli, meglio sarà per la tua salute mentale e la tua professionalità.
#3 Sui social si dà del TU
Facebook, Google Plus, Twitter e compagnia bella si chiamano social, guarda caso, perché sono piattaforme che mettono in contatto le persone e le lasciano libere di esprimersi (nel bene e nel male). Quindi, non puoi dare del LEI per fare il sostenuto, il profesCional della situazione e darti un tono. Si può rispondere adeguatamente pur continuando con la seconda persona singolare. Il “Tu” crea empatia ed il “Lei” non ti mette al riparo dalla critiche.
La morale della fiaba
Se fai il Social Media Coso devi essere consapevole che arriverà il momento in cui avrai voglia di sbroccare e dirne di tutti i colori. In quell’istante torna qui e rileggi il post, perché la professione che ti sei scelto richiede il sangue freddo di un cardio chirurgo e la prontezza di riflessi di Spiderman.
Ti sei mai trovato in una situazione come questa? Come hai deciso di affrontarla?