Per chi
- tutti, ma proprio tutti!
Che ne sai se a Sochi non ci vai
Che queste Olimpiadi si sarebbero svolte sotto il soffio di venti agitati c’era da aspettarselo. Già da mesi il clima di intimidazione contro le persone LGBT intrapreso da Putin, aveva alimentato polemiche di portata mondiale.
Dalle gaffes degli sponsors ufficiali come McDonald’s e Coca Cola ai nuovi video di chi, invece, cavalca l’onda della difesa dei diritti. Che sia per sincera filantropia o per strizzare l’occhio al target LGBT, fatto sta che queste iniziative hanno velocemente fatto il giro del mondo e creato un bel po’ di condivisioni, commenti favorevoli e plausi.
Il doodle di google
(che se ripetuto spesso diventa anche una ninna nanna)
Google “in persona” – che nel mio immaginario assomiglia a Babbo Natale – lo ha lanciato nel giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi in difesa dei diritti umani della comunità LGBT. Non male come messaggio, se consideriamo quante persone nel mondo utilizzano Google come motore di ricerca. Gli sport olimpici raffigurati su una bandiera arcobaleno, simbolo dell’orgoglio omosessuale.
E non vogliamo dare un’occhiata ai video?!
Ecco il primo, lanciato da XXL, sponsor ufficiale della Nazionale Norvegese
Ed il secondo, promosso dal Canada. Il messaggio di fondo è “Le Olimpiadi sono sempre state un po’ gay”
http://www.youtube.com/watch?v=effb2JYiKXM
Entrambi i video: corti, divertenti, belli dal punto di vista coreografico, veicolano un unico messaggio in maniera chiara, semplice ed universalmente comprensibile attraverso le immagini. Per questo hanno beneficiato di un successo planetario.
Nel marketing, come nella vita, bisogna scegliere
E prima di scegliere è bene ponderare. Appoggiare le Olimpiadi con tutto il seguito delle polemiche o porsi come difensori dei diritti umanitari? Ogni scelta implica non solo una decisione morale del brand, ma una coerenza che DEVE essere evidente con quella che sono la vision e la mission dell’azienda stessa.