Social Media Per Aziende

Instagram e le foto “native”


Per chi
  • ancora non ha chiaro che differenza c’è tra Instagram, Pinterest, Facebook e tutti quei social dove si possono condividere le foto
  • pensa che la Toscana sia una delle regioni più belle d’Italia e vedrebbe con piacere qualche immagine!

Ok ok, sulla Toscana parliamone, son d’accordo, possiamo anche farci una bella discussione. Ma sulla confusione che ancora esiste (per tanti, non tutti) su un uso appropriato di Instagram se ne può parlare in maniera più diretta e precisa, magari tirando fuori qualche punto fermo condiviso.

Instagram “nasce” nativo

Ovvero Instagram pone dei limiti molto severi alle attività che si possono fare sul proprio account (in realtà oggi il proprietario di Instagram si chiama Facebook, ma almeno per ora non ha tradito le origini della piattaforma)

  • non si possono condividere le foto degli altri
  • non si può programmare l’uscita dei post
  • non si possono postare foto che non sono tue scattate con il tuo mezzo.

Ora, chi usa Instagram sa che nessuno dei 3 punti sopra è “veramente vero”

  • si possono usare semplici app come Repost per condividere sul tuo account i post degli altri, anche con un tag per indicare l’autore originale
  • ci sono diversi servizi che permettono una parziale programmazione dei post (sia Hootsuite che Sendible per esempio), dove semplicemente tu crei e programmi il post, ed al momento della pubblicazione la piattaforma ti invia un’email per ricordarti di farlo (e te, alle 3 di notte, lo pubblichi?), oppure servizi tipo Onlypult dove dai pieno accesso ai tuoi account a degli sconosciuti (magari pure brava gente, per l’amor del cielo) che postano secondo gli orari che hai impostato
  • su quasi tutti i device smart è possibile condividere qualsiasi foto che trovi in giro sul web o sui social con un click su “share” dove vuoi, compreso Instagram, oppure dal terminale un “click col tasto destro/salva immagine come” ti risolve un sacco di problemi.

Quindi sia chiaro, praticamente tutto si può fare. Ma appunto, Instagram difende molto la propria natura nativa.

Instagram non è solo nativo, è anche logico

Bisogna poi non dimenticare che Instagram non vi fornisce statistiche di alcun tipo (e pure per questo esiste una pletora di soluzioni a partire da Iconosquare oppure Simple Measured). L’engagement (quello che si conosce bene da Facebook e Twitter, le azioni dei brand advocate ecc) su Instagram praticamente non esiste e il sentimento è spesso per l’immagine singola e non tanto per il brand specificamente. Questo accade anche perché la ricerca delle immagini da parte degli utenti viene fatta di solito per hashtag e quando postate la vostra immagine per un millisecondo sarete in cima alla lista delle immagini con quell’hashtag; questo è molto diverso dai feed di Facebook, che sono manipolati e in buona parte fuori dal controllo di chi posta. I post appaiono sul vostro account rigorosamente in ordine cronologico inverso e sappiamo tutti che l’orario di pubblicazione è fondamentale su Instagram, visto che quasi tutta l’attività sull’immagine (like e commenti) appaiono entro un paio d’ore e poi vanno a diminuire drasticamente: l’eventuale successo del vostro post non significa che diventerà più visibile sulla piattaforma.

Si potrebbe dire che per quando riguarda la visibilità dei post Instagram è di cuore freddo, Twitter è di cuore caldo e Facebook proprio non ha cuore, ragione con altre cose!

Quindi Instagram come lo usiamo?

Partiamo facile. Nike. Hanno un account Instagram molto coerente con la comunicazione aziendale ed il messaggio del brand, a) senza forzare troppe immagini del prodotto e 2) con tantissime immagini di alto contenuto emozionale. I messaggi che accompagnano le immagini sono fortemente mirati a comunicare lo slogan #justdoit piuttosto che a fare una promozione palese dei prodotti.

nike • Instagram photos and videos

Nike #justdoit

Che piacere però trovare un esempio più alla nostra portata! Navigando a casaccio su Instagram ho scoperto questo account:

Bed Breakfast Cà Maranghi camaranghi • Instagram photos and videos

Un brand costruito intorno a Sandra!

A parte la bellezza delle foto, apparentemente molto native, c’è anche l’aggiunta di commenti emotivamente coinvolgenti. Infatti quasi ogni commento, tramite testo o tramite hashtag, piuttosto che promuovere i servizi dell’azienda comunica il sentimento di un particolare momento. Bravi bravi.

Incuriosita sono passata a vedere la loro pagina di Facebook e mi sono dispiaciuta di trovare le solite foto con più o meno i soliti commenti ed il solito uso della piattaforma da parte degli utenti (tanti like, un paio di condivisioni, ma pochissimo vero engagement); è Instagram su Facebook!

Ma divago. Il punto è che Instagram ha una natura tutta sua, molto diversa dalle altre piattaforme che contengono immagini. Se tenete presente questi 3 punti nella gestione del vostro account Instagram, sarete sulla buona strada:

  • immagini native o apparentemente native; non sbatteteci le solite foto che mettete sul sito, sul blog, sulla nuova brochure o sugli altri social ecc – Instagram deve avere una voce sua
  • l’emozione che collega l’utente al prodotto/servizio è quasi sempre vincente, ma devi trovare il filo emotivo coerente che collega!
  • se usate foto che rispettano i suddetti criteri e che ciò nonostante non sono di grande successo, prima di dare la colpa alle immagini, fate un ragionamento sui testi e soprattutto sugli hashtag, che su Instagram fanno la differenza.

Ed ora, se volete possiamo aprire il dibattito sulla Toscana! 🙂

 

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