Per chi
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sta ancora cercando di capire come funziona google+
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adora le statistiche
Google Ripples è stato lanciato nell’ormai lontano 2011. Il ripple effect corrisponde all’espressione italiana a macchia d’olio e nel nostro caso rappresenta il propagarsi di un contenuto, ovvero la sua viralità. Nella versione italiana di Google+ è stato tradotto con Eco, anche se di fatto di Google Eco non si è mai sentito parlare.
Come funziona?
Affinché su un post sia presente l’eco, è necessario che sia stato propagato almeno una volta tramite una condivisione. Sui post di google+ su cui è presente una qualche attività compaiono due opzioni che sugli altri post sono assenti.
La prima (Vedi attività sul post) permette di vedere un riepilogo delle interazioni che ci sono state su quel post.
L’altra è appunto l’eco (o ripple, se preferite) e mostra una pagina che diventa interessante quando ci sono molte condivisioni. Prendiamo ad esempio l’ultimo post di Larry Page ed ecco quello che abbiamo.
La rappresentazione è piuttosto intuitiva: al centro c’è il creatore del post, dopo di che viene creato un cerchio per chiunque abbia condiviso il post iniziale. Se qualcuno ricondivide il post a partire da un condivisore, il cerchio del condivisore si ingrandisce. Più grosso è il cerchio, più le persone hanno contribuito alla diffusione del post. Cliccando su ogni singolo cerchio è possibile zoomare e andare a vedere come si è propagato il post in dettaglio.
Scorrendo in baso è possibile anche visualizzare l’andamento temporale delle condivisioni.
Inoltre, a conferma che google fa cose fighissime, cliccando sul tasto play sotto la scritta Guarda la diffusione di questo post è possibile proprio vederlo, quest’andamento!
Naturalmente il tutto viene aggiornato in tempo reale.
In fondo al post vengono riportati gli influencers (ovvero quelli coi cerchi più grossi) col numero di condivisioni a cui hanno contribuito, le lingue in cui il post è stato condiviso e qualche numero sulle modalità di condivisione (lunghezza media della catena, catena più lunga e condivisioni all’ora).
A che serve?
Prima di tutto si tratta di dati statistici e quindi possono servire a fare confronti tra i vari post. In particolare, poiché questi sono tutti dati pubblici, possono essere utili per fare confronti anche con i post dei nostri concorrenti o di altri attori importanti del nostro settore.
Ma l’aspetto più interessante della rappresentazione grafica a palle è che ci aiuta a capire quali sono gli influencers che hanno propagato maggiormente il nostro contenuto. Quest’informazione per noi è utilissima perché scrivendo post mirati ai nostri influencers possiamo aumentare il tasso di condivisione dei nostri post (sempre che gli influencers parlino al nostro pubblico, altrimenti è tutta fatica sprecata!).
Attenzione!
Dato che non è tutto oro quel che luccica, anche in questo caso a quanto pare ci sono degli errori* nei conteggi, come riporta con dovizia di particolari Maurizio Ceravolo su ideativi. Questo non significa che non dobbiamo guardare questi dati, ma semplicemente che quando li guardiamo dobbiamo essere a conoscenza anche della possibilità che ci siano degli errori.
Ora non resta che far funzionare la nostra pagina google+ per goderci queste fantastiche statistiche!
*[edit del 13/12/2014] Come ci fa giustamente notare Mauro i ripples contano come condivisione solo il post di G+ mentre nella visualizzazione a palle vengono mostrate anche le condivisioni dell’u.r.l. inserito nel post stesso. In questo caso quindi non si tratta di un errore, ma di una scelta precisa da parte di Google.
2 comments for “Google Ripples”