Per chi
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in questi giorni ha letto che il 99% dei post non generano interazioni e si è demoralizzato
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è interessato ai numeri e agli studi in ambito social
Nei giorni scorsi hanno imperversato sul web i risultati di uno studio condotto da SocialFlow (per scaricarlo bisogna essere utenti regitrati) tra aprile e luglio 2014, analizzando più di un milione e mezzo di post non a pagamento condivisi sui principali social media (twitter, facebook, google+) in 52 lingue. Globalmente i post hanno raggiunto più di 360 milioni di utenti unici ed hanno generato un miliardo e mezzo di interazioni (click, condivisioni, commenti, ecc).
Tra i tanti elementi interessanti riportati nelle conclusioni dello studio, a mio avviso ne emergono due che possono essere utili alle nostre piccole imprese italiane.
I post data-driven rendono di più
Il primo grafico che viene mostrato riporta come le aziende pubblicano i post, suddividendoli in tre categorie a seconda della modalità di pubblicazione, che può essere
- scheduled (pianificata usando piattaforme per la gestione dei social)
- real-time (post condivisi sul momento)
- data-driven (basata su algoritmi predittivi elaborati analizzando i dati).
Come si evince dal grafico a seconda del settore cambia il modo di postare delle aziende. Nel campo dell’intrattenimento si tende maggiormente a schedulare i post, nel campo dei media e del no-profit si tende a pubblicare in tempo reale, mentre le aziende più tecnologiche (ma anche retail e fashion) si affidano ad algoritmi predittivi per stabilire qual è il momento migliore per la pubblicazione (si parla in questo caso di post data-driven).
L’aspetto interessante è che a quanto pare i post data-driven hanno una resa nettamente migliore degli altri. Addirittura generano il 91% di portata e il 25% di engagement in più rispetto ai post schedulati.
I post schedulati producono i risultati peggiori e una delle conclusioni dello studio di Socialflow è che le compagnie che operano nel settore dell’intrattenimento avrebbero ampi margini di crescita se imparassero a pensare in termini data-driven o real-time.
Attenzione però. I post real-time sono ottimi per chi opera nel campo dei media o dell’intrattenimento (probabilmente per la natura di questi settori, dove quello che accade “in questo istante” è di maggior interesse rispetto a tutto il resto), ma non raggiungono gli stessi risultati negli altri settori, dove l’interazione generata dai post data-driven segna un +55%.
Purtroppo le nostre micro e piccole imprese (MPI) sono svantaggiate, perché l’approccio data-driven non si improvvisa e gli algoritmi forniti dai principali player in ambito social sono pensati per un mercato ed una lingua tendenzialmente anglosassoni. L’optimum sarebbe sviluppare un proprio algoritmo, ma richiede competenze e risorse difficilmente alla portata delle MPI. La strada che ad oggi appare più percorribile consiste nel tenere d’occhio le metriche dei nostri social e ripianificare la nostra strategia sulla base dell’analisi dei dati.
Una coda lunga fuorviante
Leggendo qua e là sul web, il dato che ha colpito molti commentatori è che il 99% dei post sembra non aver generato quasi nessuna interazione. Titoli come “Post sui social network? Per il 99% poca o nessuna interazione con gli utenti” o “I post non sponsorizzati non generano interazione sui social network” si sono sprecati.
Insomma vale la teoria della coda lunga (long tail): pochi post generano la maggior parte di interazione. Ed in effetti è proprio così. Quindi verrebbe da dire che l’attività della maggior parte degli attori presenti sui social è inutile, o comunque poco utile. In realtà, se andiamo a vedere cosa dice la teoria della coda lunga
Applicando il concetto di coda lunga all’editoria, in una rivista con un milione di lettori, la parte editoriale sta solo nella porzione a sinistra della curva, tutto il resto rappresenta la coda lunga in cui ci sono un milione di scrittori con un lettore ciascuno; questa strategia è molto più proficua, poiché grazie ai media digitali, circola maggior denaro nella coda rispetto alla testa, e quindi i prodotti di nicchia avranno molte più possibilità di profitto.
Ovvero, per come la vedo io, è chiaro che un piccolo albergo o ristorante che generalmente ha meno di 1000 follower avrà mooooooolto meno di 1000 commenti/like/interazioni per post e quindi rientrerà nella parte lunga della coda. Ma probabilmente ogni singola interazione che riesce a generare vale molto di più rispetto a chi sta in testa!