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La strana storia (anche social) delle 3 russe bionde perse a Pontassieve …

Sabato pomeriggio con 33° gradi ho pensato bene di andare a correre. Non è stata un’idea brillante, effettivamente. Quindi domenica  mattina, alle 8.30, più vecchia e più saggia di qualche ora, ho pensato di andare a correre con solo 24°. Ed è stata un’idea brillante.

Sono partita bene, dopo 40 minuti mi sono fermata presso un bar nel mio paesino, Pontassieve, e mi sono comprata una bottiglia d’acqua, per sostenermi nella salita ripida per il rientro alla base. Ho preso la strada del “Borgo” – strada storica chiusa al traffico ed alle 9.30 di mattina deserta tranne i soliti babbi sconsolati domenicali con bambini strillanti piccolissimi, scena abbastanza normale in Italia (non capisco mai se è colpa dei babbi che vengono cacciati da casa, dei bimbi o di entrambi).

Con il sole direttamente negli occhi, e la temperatura che sembrava salire di un grado ogni minuto, mi si sono parate davanti 3 figure lunghe lunghe (ed io son 1.78 – datemi retta, erano lunghissime) che con il sole alle spalle creavano un’unica ombra che mi ha coperto completamente, dandomi un attimo di tanto desiderato respiro.

“Do you speak English?”

Domanda agganciante. Penso che siamo in due a parlare inglese a Pontassieve. Forse tre. Ed ora che Renzi ci ha abbandonato per Roma, nemmeno sul suo italish abbastanza incomprensibile ma molto divertente si può contare. Ed ho davanti a me due possibilità. Mi fermo, rispondo affermativamente e so che perderò 10 minuti a sistemargli la giornata, o dico di no/ignoro ed arrivo a casa prima che il termometro raggiunga i 30°.

Lavoro con account turistici, critico abbastanza apertamente il trattamento dei turisti nella nostra grande città d’arte e son pure buona. Mi fermo.

Insomma, cercavano un mercato dell’antiquariato che c’era stato a Pontassieve la settimana precedente (è vero, avevano in mano il foglio stampato dal web che diceva che era quel giorno, ma non c’era, non c’era). Sconsolate mi hanno chiesto se ci fosse qualcosa aperto a Pontassieve di domenica, di giugno. Come la maggior parte dei paesini fuori Firenze, di domenica di giugno Pontassieve è un mortorio.

Niente mercatino in borgo a Pontassieve

Niente mercatino in borgo a Pontassieve

Lunghe, bionde, belle mi guardavano con grandi occhioni tristi. Mi sono spostata all’ombra, rassegnata al mio destino ed ho fatto la domanda proprio direttissima.

“But are you just interested in looking, or you want to buy?”

“We have a large van. We are buying“.

Allora, al solo pensiero di tutti quei rubli in circolazione in Toscana, mi decido e tiro fuori il vecchio (ormai ha 8 mesi di vita…) ma sempre valido Galaxy S4. Ma tra la musica che avevo in streaming da più di un’ora, il RunKeeper che mi prometteva che stavo bruciando un sacco di calorie e 5/6 social aperti, la batteria ha ceduto subito.

E mi trovo in mano un iphone (che mi sta antipatico istintivamente) con OS in russo (verso cui non ho nessun antipatia, ma nessuno comprensione). Per fortuna ho scoperto che “Go” in russo si dice sempre “Go”; iniziativa abbastanza geniale.

Prima provo Arezzo – conosciuta per il suo mercato antiquariato. Le varie linee info per turismo, tutte senza risposta. Allora mi faccio coraggio e chiamo un albergo in centro, col rischio che mi trattasse male a chiamare di domenica mattina per avere informazioni turistiche. Invece gentilissimo. Niente mercato, mi dispiace.

Bene, ormai con l’OS in russo sto prendendo mano. Provo un calendario online degli eventi in Toscana. Evviva! Mercato dell’antiquariato a Terranuova Bracciolini nel Valdarno, la seconda domenica del mese. Le fantastiche donne russe sono felicissime. Ma si ricordano già la delusione di Pontassieve – un mercato pubblicizzato che non c’era e chiedono

“Can you check?”

E riprovo le solite linee di info turistiche, ma gli operatori sono tutti al mare. Allora, senza esitare più di tanto con la mia nuova faccia tosta, mi lancio per un albergo di zona. Questa volta l’Hotel Il Viandante. Mi aspetto una reazione “scocciata” ma spero che mi diano le info prima di sbattere giù il telefono. Risponde la vivacissima Laura. Dispiaciuta che non volessi fare una prenotazione di una settimana, mi scuso per l’impertinenza della chiamata e chiedo se sa qualcosa del mercatino. Sei occhioni russi mi fissavano mentre parlavo in italiano.

“Ora vediamo un po’, io non lo so, aspetti ho trovato la pagina facebook delle info turistiche di Terranuova Bracciolini, potresti provare a scrivere lì, oppure ….hmmm…. come si fa se no? Aspetti un secondo che chiedo anche ad un collega… no no, niente da fare, non sappiamo, ma Signora, faccia una cosa, chiami il Bar Marisa in piazza, che loro lo sanno di sicuro”.

Ormai il mio rapporto con l’iphone russo è al top. Sento rispondere da un persona indaffaratissima “BAR MARISA” strilla sopra il chiasso di fondo.

“Signora, abbi pazienza, ma il mercatino dell’antiquariato è aperto?”

“Certo”

“Bene, ora le mando tre spillungone russe a bere da lei”

“Va bene… ci fa piacere”

Imposto il navigatore iphone per Terranova Bracciolini, faccio promettere loro di andare al Bar Marisa e ordinare almeno una bottiglia di prosecco intero, e con tanti di saluti e ringraziamenti, ognuno per la sua strada.

La mia strada è in salita, la mia acqua è finita, sono in ritardo per l’appuntamento a pranzo fuori, e sono già 30 gradi. Ma tre fantastiche donne russe sono in circolazione per la Toscana, e pure i loro rubli. E va bene così.

Ma non è una storia social questa?

Ma cosa c’entra tutto questo con i social? Ah vedi, l’Hotel Il Viandante è attivo su facebook e twitter (con account aggiornatissimi), e questo stesso articolo diventa un contenuto molto positivo che posso condividere con loro, ma purtroppo il Bar Marisa non ha nemmeno un sito, tanto meno un social. Un vero peccato che la gentile signora probabilmente non saprà mai questa storia (e tanto meno i suoi clienti attuali e potenziali).

L'essere social

L’essere social

 

это платит, чтобы быть социальным 🙂

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