Social Media Per Aziende

Ogni canale social ha un proprio linguaggio. Una piccola guida.


Per chi
  • considera i social un unico e immenso calderone
  • ha bisogno di nozioni chiare e decise (e spera di trovarle qui)

Si fa presto a dire “social media”

Per chi si approccia alla comunicazione digitale e all’inbound marketing è facile non cogliere le molteplici differenze tra un canale e l’altro, tra una pagina facebook e un account twitter.

Spesso m’imbatto in contenuti replicati all’infinito su tutti canali senza alcun rispetto per il povero follower cui viene, nel migliore dei casi, un attacco di nausea.

social media e linguaggio

 

Le regole che valgono per tutti. Piccolo mantra per il socialmediacoso.

#1 sui social non si dà del “lei”

#2 sui social si risponde a tutti e i commenti vanno moderati

#3 sui social bisogna evitare temi scottanti tipo: politica, religione e calcio (tranne il caso in cui è diversamente consentito dal tipo di branding. Se gestisci la pagina facebook di una squadra di calcio, o di un politico non vale)

#4 sui social si cerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte e non prendere posizioni troppo individualistiche, ma che rispecchino i valori del brand per cui lavori (se non li condividi, meglio cambiare committente)

#5 sui social NON si spamma lo stesso contenuto, con le stesse parole, su tutti canali.

#6 aiutati con contenuti visual: immagini, video e infografiche.

 

Facebook

  • Facebook è il regno del cazzeggio dello svago per eccellenza.

  • Evita di esprimere concetti troppo tecnici ed usa un linguaggio leggero, anche per post più professionali.

  • Non superare il numero di uno – due post al giorno. Anche se l’algoritmo è restrittivo, eviterai di annoiare i tuoi fan sommergendoli di informazioni.

  • Per gli orari e gli argomenti più gettonati, affidati alla ricerca di keywords e allo studio delle statistiche.

pagina facebook

Twitter

  • Twitter è il regno del real time e delle notizie.

  • Ottimo per effettuare ricerche e per il web listening.

  • Essendo un luogo pubblico accessibile a tutti (non è necessario collegarsi ad una persona per leggere gli aggiornamenti) bisogna imparare ad essere selettivi, per non farsi risucchiare in conversazioni inutili.

  • Una fantastica strategia è quella di creare delle liste per aggregare gli account di maggior interesse, suddividendoli per tema.

  • Il tweet perfetto? Non esiste, ma possiamo ricondurlo a un modello simile a questo.

  • La parola d’ordine? Brevità. Comunicare in 140 caratteri è un’arte che si può imparare.

twitter

Google Plus

  • Google plus NON è il fratello triste di facebook, facciamocene una ragione.

  • Ha un pubblico meno vasto, ma più partecipe ed interessato a seguire interessi specifici.

  • La possibilità di suddividere i contatti in cerchie, lo rende un valido alleato contro lo spam selvaggio e per visualizzare solo i contenuti che ci servono in quel momento.

  • Ha una privacy estremamente personalizzabile e user friendly.

  • Non ha l’effetto rimbalzo di facebook: le notizie appaiono in ordine cronologico e non in base al gradimento altrui o agli ultimi like/commenti.

  • Ha delle community ben organizzate e partecipate.

  • Il linguaggio dev’essere sempre leggero, ma può essere più mirato a seconda del target (proprio in virtù della direzionabilità dei contenuti tramite una corretta organizzazione delle cerchie)

google plus

Pinterest

  • È organizzato in bacheche le cui immagini possono essere pinnate da altre bacheche, caricate dal pc o linkate da un sito web.

  • Ottimo per chi ha contenti “visual”.

  • La descrizione – la parte di testo, per intenderci – dev’essere accurata, breve e bisogna usare gli hashtag in maniera corretta.

  • Essendo un social “visual” è importante che le immagini siano scelte ed editate con cura.

pinterest

Instagram

  • Gioia e delizia degli ultimi tempi, fa delle foto il suo cavallo di battaglia.

  • Per essere efficaci è necessario abbinare capacità di storytelling e passione per le immagini.

  • Linguaggio evocativo e suggestivo per raccontare l’immagine.

  • Uso degli hastag: benissimo quelli più popolari, ma è meglio abbinarne altri personali e legati al proprio branding.

  • Non esagerare con la frequenza di pubblicazione, anche qui il rischio “spam” è elevato.

instagram

Linkedin

LinkedIn, il social professionale per eccellenza, merita una riflessione a parte. Per semplificare, possiamo dire che:

  • È un social in giacca&cravatta che è molto più di un curriculum online. Se usato bene, permette di entrare in contatto con partner, colleghi, fornitori e clienti, “semplicemente” condividendo know-how e dimostrando ciò ce si sa fare.

  • Il curriculum non basta. Su questo social, per essere “notati” è necessario pubblicare articoli e interagire con la community.

  • Pulse – un vero e proprio blog all’interno del social, offre infinite opportunità che vale la pena scoprire (per approfondire, leggi qui). Attenzione: è disponibile solo se imposti il profilo in lingua inglese.

  • Il linguaggio può essere tecnico, professionale e specifico del proprio core business. La fuffa qui è vietatissima ( o almeno dovrebbe).

linkedin

E tu che rapporto hai con i tuoi canali social? Se uno spammatore seriale o differenzi i contenuti?

 

 

 

 

 

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