Social Media Per Aziende

I dark social – forse ci siamo dimenticati che le persone parlano in privato!


Per chi
    • sta facendo sforzi immensi con il blog ed i social aziendali ed inizia avere risultati (anche piccoli)
    • ha la memoria corta e non si ricorda più di fax, sms e telefonate

C’era una volta …

… la conversazione privata! Cioè conversazioni non massicciamente pubbliche, che un tempo solo la televisione e la stampa erano in grado di fare. (Tra l’altro “conversazione pubblica” è una parola grossa se pensiamo che il dialogo con un giornale o una rete televisiva in realtà era limitatissimo; loro parlavano a noi e noi volendo potevamo scrivere una lettera o fare una telefonata per rispondere, in privato!) Comunque, le conversazioni private andavano molto di moda; telegrammi, lettere, fax, sms, telefonate e addirittura face-to-face! Ma effettivamente non c’erano gli strumenti per creare conversazioni più partecipate.

Ora a quanto pare siamo all’altro estremo. Tutto in pubblico! Gruppi aperti, pagine aziendali (ed anche qualche profilo personale) ovviamente su facebook e twitter, ma anche in forum aperti, blog, piattaforme per le recensioni.

dark social twitter

Conversazioni alla luce del giorno su twitter

Naturalmente chi gestisce la comunicazione aziendale sfrutta al massimo questi luoghi aperti; sia creando dei “luoghi” di proprietà propria (pagina aziendale facebook e G+, account aziendale pinterest ecc) che monitorando altri luoghi pubblici ed eventualmente partecipando alla conversazione.

dark social blog

Commenti visibili a tutto il mondo sul blog

Ogni bravo social media manager però si deve ricordare che gli strumenti per parlare “privatamente” non solo sono tantissimi, ma sono anche in aumento. (Volendo ci sarebbe da fare un capitolo a parte definendo bene “privato” quando noi sappiamo bene che ci sono grandi computer armati di grandi orecchi ed algoritmi sofisticati che sanno ascoltare in posti nei quali noi poveri social media manager umani non arriviamo!)

Quindi mi sento obbligata a definire “privato” per l’uso che ne sto facendo in questo post: conversazioni non visibili al social media manager di turno. Magari sono “visibili” ai grandi poteri informatici in termini di dati accumulati ed estrapolati (diciamo ai proprietari dei vari mezzi social ecc che noi usiamo), ma io e te, non li vediamo!

Dalla conversazione privata (quindi gruppo chiuso, tramite messenger, post nel profilo personale blindato) su facebook, ad apps tipo whatsapp, che permette di creare gruppi fino a 50 persone, c’è un flusso probabilmente colossale di “conversazioni private” che non possiamo né vedere né analizzare. Ma ci sono.

Scambio privato su whatsapp

Scambio privato su whatsapp

dark social facebook 1

Conversazione su messenger part 1

dark social facebook 2

Conversazione su messenger part 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pure su pinterest dove le boards segrete esistono da tanto, da qualche tempo possiamo anche fare messaggi privati!

Ora anche su pinterest ci sono i messaggi privati!

Ora anche su pinterest ci sono i messaggi privati!

Non di meno anche tripadvisor permette le conversazioni tra utenti “al buio”:

Dark social tripadvisor

 

Per oggi la lezione è finita. Ma ci sarebbe da parlare tanto del dark social; una prova statistica che esiste, come misurarla, come influenzarla, e tant’altro ancora. Il morale della favola oggi è: rendiamoci conto che esiste, è importante ed è in crescita. Le conversazioni private one-to-one diventano sempre meno efficienti e le conversazioni one-to-many/many-to-many sono assolutamente in aumento. Non perdiamo di vista le conversazioni private a favore dei mezzi social pubblici. And on that note it’s time for a cup of tea!

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