Social Media Per Aziende

Caso da fischi- ma anche da applausi: Ceres e la birra rosa soft ale che puzza di pesce…d’aprile


Per chi
    • vuole imparare dagli errori altrui per non commetterne di propri
    • vuole sapere che errori commettono i “big” per consolarsi dei propri

Ceres c’è…o ci fa?

Da qualche settimana imperversa sul web questa domanda spinosa, sorta a seguito del lancio del nuovo prodotto di Ceres: la birra rosa.

Senza entrare nel merito del prodotto in sé e per sé, pare, a giudicare dal sito, che le cose le abbiano fatte per benino. Se non fosse per il fatto che hanno offerto la possibilità a chiunque di postare il proprio messaggio in tempo reale sul sito ufficiale.

E la birra da “donne”, aromatizzata e leggerina, non pare essere stata apprezzata.

Il caso eclatante di totale di mancanza di moderazione dei commenti è stato ben spiegato in giro sul web, come qui, ad esempio, dove potete leggere tutta la storia dall’esordio ad oggi. Chi ha gridato all’epic fail, chi ha intuito una strategia di marketing.

La lezione che però vale sempre è che, chi gestisce uno o più account sui social media non dovrebbe mai perdere di vista il pensare e pianificare le campagne di web marketing a prova di trolls. [Se vuoi saperne di più su queste figure “mitologiche” che popolano il web, leggi qui.]

Sul sito di Ceres si è quindi visto di tutto: dalle offese alle bestemmie, Il tutto avvenuto senza che nessuno di curasse minimamente di porre rimedio.

Che un brand del genere abbia trascurato per errore un aspetto del genere un po’ “puzzava” e ci dava più l’idea che sia un buzz voluto, ma forse scappato di mano. Tant’è che a ben guardare il conto alla rovescia, si vedeva che l’operazione, si sarebbe conclusa proprio il 1^ Aprile.

Immagine

E puntuale è arrivata la conferma, da parte di Ceres, del pesce d’aprile. Il prodotto un realtà non esiste e tutto il caso è stato montato “ad arte”.

Tuttavia il “basta che se ne parli”, non è sempre una valida ricetta. Associare il tuo brand a bestemmie e parolacce, non è granché come messaggio, o no? Forse, sarebbe bastato un po’ più di moderazione dei commenti (alcuni, tra l’altro davvero divertenti).

A voi è mai successo qualcosa di simile? Una campagna promozionale che vi si è ritorta contro? O dei commenti particolarmente “odiosi” sui vostri account?

Dai, magari vi citiamo come caso di studio nel nostro prossimo post!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Visit Us On FacebookVisit Us On PinterestVisit Us On Twitter