Social Media Per Aziende

Casi aziendali dai quali imparare, per non essere un caso da fischi!


Per chi
    • non ha ancora aperto canali social per il prodotto/brand/azienda
    • è consapevole di voler essere un “cocacola”, ma rischia di essere un “nutella”

C’era una volta

… ecco un paio di storie, conosciutissime, ma ripetere non fa mai male.

È successo un po’ di tempo fa quando Dusty e Michael non trovando la pagina ufficiale di Coca Cola su Facebook, decisero di crearla da soli. Da quel giorno in poi, la multinazionale di Atlanta ha scommesso sulla pubblicità virale, sviluppando proprio quel profilo iniziale. Oggi Coca Cola che archivia il secondo trimestre con un utile netto in rialzo del 18% a 2,8 miliardi di dollari (le vendite sono aumentate del 47% a 12,7 miliardi) celebra sul social network (e anche su YouTube) una tappa importante: l’ anniversario dei «125 anni di storia in 125 secondi». E lo fa con uno spot nostalgico realizzato da McCann Erickson Madrid che per un flash back riporta a una farmacia, alla fine dell’ 800…

Corriere della Sera

Coca-Cola_car_Volkswagen_Type-2_2_Curitiba

e poi …

Non potrà più parlare di Nutella su internet, né festeggiare ogni 5 febbraio la Giornata mondiale dedicata alla crema di nocciole. Lo ordina proprio la Ferrero, la casa che produce Nutella. Si tratta di una blogger americana, Sara Rosso, che gestisce dall’Italia un blog dedicato al cibo e uno, più particolare, a tema.

LA GIORNATA E L’INGIUNZIONE – Nel 2007, per un amore incondizionato verso il prodotto, ha creato il World Nutella Day, con tanto di diario dedicato. Ma da qualche giorno sulla homepage del blog campeggia un messaggio: «Il 25 maggio 2013 (sabato, ndr) oscurerò il sito della Giornata mondiale della Nutella, e ogni presenza sui social media (Facebook, Twitter) in conformità al decreto ingiuntivo ricevuto dagli avvocati che rappresentano Ferrero Spa (produttori della Nutella)».

Corriere delle Sera

nutella-products-mobile 
In breve

Non intendo fare qui ora un’analisi approfondita sui due casi; sono entrambi stra-documentati. Un’azienda che ha saputo cogliere l’attimo e l’ha fatto veramente molto bene, appropriandosi non solo dei contenuti positivi creati sulla pagina facebook, ma anche creando dei contenuti originalissimi proprio grazie alla storia della nascita della loro pagina su facebook. L’altra azienda che non solo non ha saputo cogliere l’attimo, ma l’ha voluto pure distrugge sotto gli occhi del mondo. Entrambi prodotti globali, entrambi prodotti amatissimi da milioni di persone, entrambi prodotti fortemente social.

E allora?

Questo post non vuole paragonare nazioni, né culture, né mentalità. Ma è vero che noi in Italia, essendo un pochino indietro sui social media se ci paragoniamo a paesi notoriamente molto più avanti (sotto questo aspetto!), possiamo sfruttare i casi aziendali loro per gestire meglio i nostri. Vediamo di imparare dai loro casi positivi ed anche dai loro casi negativi (che non mancano).

Tips
  • controllare che non siate già presenti sui canali social e che qualcuno altro non stia controllando la vostra comunicazione – sì, è possibile!
  • se fosse così, valutate bene se avere una reazione tipo “cocacola” oppure una reazione tipo “nutella”
  • anche se non avete intenzione di gestire gli account social ora, registrate gli account (magari riuscite anche a scegliere il nome dell’account che volete, prima che ve lo soffi qualcun’altro)
  • se avete qualcuno dei cosiddetti “nativi digitali” in azienda, e forse anche frustrati per la vostra mancata presenza sui canali social, ci sta che siano da ascoltare e coinvolgere nel piano di comunicazione futuro – anche se senza esperienza come gestori hanno esperienza come clienti/utenti
  • i dati di accesso (utente/password) dei canali social devono essere in mano a poche persone nell’azienda e mai solo a stagisti o dipendenti
  • i dati di accesso vanno cambiati periodicamente
  • in inglese si dice have a plan – immaginate le varie potenziali situazioni nelle vostre aziende e valutate già da ora una vostra eventuale risposta.
HMV aveva o non aveva a plan?

Date un’occhiata anche al caso aziendale inglese della HMV (meno conosciuto). La giovanissima nativa digitale (non solo frustrata ma pure licenziata) non solo ha fatto dei danni colossali all’azienda ma ha continuato dopo l’accaduto a dare lezioni a HMV su come gestire i loro account su twitter, davanti agli occhi di tutti. Ma tutto sommato HMV non ne è uscita male, riuscendo a controbattere sugli stessi canali social ed usando gli stessi hashtag che ha usato la loro stagista. Ma più che plan sa di fortuna!

Have a plan! 

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